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La termografia come strumento di controllo dei processi produttivi

Non è sempre facile misurare la temperatura in tempo reale di molti punti, l’unico strumento che può farlo in modo veloce e preciso è la termocamera che grazie alla sua frequenza di acquisizione a 60Hz (oltre 400 im/sec. con le termocamere raffreddate) fornisce con ogni immagine la temperatura di migliaia di punti. L’ampia gamma di termocamere FLIR permettono di soddisfare molte applicazioni in cui la temperatura è un parametro importante per la qualità del prodotto. Il modello più economico FLIR Ax8 costa meno di Euro 1.000 ha un sensore da 80x60 pixel con frequenza immagine di 8 Hz, mentre le nuove A400/A700, oltre ad avere una frequenza d’immagine di 60 Hz, offrono molte possibilità di programmazione, ottiche intercambiabili, campi di temperatura fino a 2.000°C.

Fra le tante applicazioni fatte penso che il controllo del processo d’induzione dei cofani auto possa rappresentare un valido esempio del contributo della termografia. La realizzazione nasce dalla necessità di assicurarsi che la resina messa ai bordi del cofano raggiunga, mediante l’induzione un campo di temperatura tra i 140°C e i 150°C alla quale la resina s’indurisce. Lo scopo di questa operazione è dare rigidità ai bordi del cofano poiché a causa della riduzione degli spessori per questioni di sicurezza pedoni ed alleggerimento carrozzeria, si può avere cofani incurvati. Per ottenere la polimerizzazione della resina bisogna mantenere 15 sec di riscaldamento. Quando il processo d’induzione non rientra nei parametri previsti, sia per durata che temperatura, il pezzo viene deviato dalla linea di produzione per ulteriori accertamenti.

Possiamo dire che il controllo termografico permette di avere la certezza che i cofani auto abbiano il cordolo di resina indurita evitando pezzi difettosi.

Per approfondire potete scaricare un application study di Fiat e Flir.